Nasciamo urlando. Ci scateniamo, deboli nella nostra insofferenza, e imploriamo il Mondo di rinchiuderci di nuovo nel grembo materno a respirare liquido amniotico e amore; ma no, non c'è ritorno al Paradiso Terrestre, dopo che esso ci ha soavemente espulsi.
Cresciamo. Da bambini ridiamo, cantiamo, facciamo rumore; non poniamo limiti alla nostra voce.
E cresciamo. Ci insegnano a tacere, a parlare quando siamo interpellati, ad essere obbedienti; ci ingabbiano nell'inespressività della vita.
E ancora, cresciamo. Insegnamo ai nostri figli a contemplare l'avidità del silenzio; ci crogioliamo nelle ricchezze e nei vantaggi che esso ci promette.
E infine, moriamo. Prendiamo in moglie la nostra vitalità violata, e l'ammiriamo giungere avvolta in abiti neri; siamo noi a divenire silenzio.
Lutto~
L'acino d'uva
Rotola via
Dalla tua mano stanca
Immota
Nell'oblio di chi
Silente
Osserva il tuo commiato.