Swansong ~ La Morte del Cigno.

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Ashes Rose
CAT_IMG Posted on 20/6/2008, 01:34




Da leggere mentre si ascolta: Joutsenlaulu - For My Pain...



Sei incantevole, quando dormi.
Sei disarmante.
Come un violino.

Non ho il coraggio di svegliarti, sebbene il mio odio per te superi ogni limite imposto dalla mia coscienza. Sono un codardo.
Mi sono ripiegato su me stesso accartocciandomi sul pavimento, il mento posato sulla fredda pelle del divano e il viso celato dalle mie braccia tremanti. No, non sto piangendo. Non ancora.
Il tuo respiro rilassato mi colpisce spietato al cuore. Alzo lo sguardo, e ti vedo ancora stringere il violino come fosse vitale per te. Ma che dico? Il tuo violino è la tua vita...
Mi sporgo ad annusarti. Odori di cocco, come il tuo bagnoschiuma preferito, e di sudore; quel sudore dal quale non vorrei mai, mai separarmi. Quale traccia più insistente di ciò che poco prima abbiamo fatto...? Solo il tuo profumo che si fa spazio fra le mie narici impotenti.
Ti tolgo via i capelli dagli occhi; sono ancora umidi. Ti bacio la fronte imperlata, e le tue palpebre sussultano leggermente; no, non ti svegliare, amore mio, non ti svegliare...non lasciare ancora che i tuoi occhi mi uccidano, affacciandosi da quelle ciglia lunghe e meravigliose. Dormi, permettimi ancora di riempirmi della tua docilità...
Sposto lo sguardo sulle tue mani. Sono grandi, forti, e ben ancorate alla tua preziosa ragione di vita: perché quella foga non l'ho mai vista cavalcare su di me...? Perché, perché?!
Mi incupisco; decido di intrattenermi osservando la tua pancia. E' liscia, attraversata da una sottile e ordinata linea di peli che collega l'ombelico e il pube; la accarezzo adagio con il pollice, e bacio il solco dell'inguine con cura. Vi sosto con le labbra per qualche istante, poi qualcosa ti turba - forse io? - e ruoti il corpo dall'altra parte.
La tua schiena. Un deserto sconfinato in cui mi perderei e mi lascerei morire. Non posso resistere...devo toccarla. La mordo, piano, senza svegliarti. La lecco, seguo le dune delle vertebre, che come i denti di un carillon fanno risuonare la mia lingua di eccitazione.
La perfezione dei tuoi glutei, poi, mi ruba il fiato. Lascio scorrere le mie guance lungo il tuo fianco, ed ancora ti lamenti nel sonno: è quella la tua parte più sensibile, è così?
Mi volto, poggio la schiena contro la superficie ruvida del divano, restando seduto a terra. Guardo il mio corpo. Non è bello come il tuo, ma l'adoro: esile, efebico, e virile allo stesso tempo; non ho le curve eleganti di un violino, ma posso incarnare la decisione di un archetto.
E l'idea all'improvviso mi sospira alle orecchie: mi ergo, e mi lascio cadere placidamente sul tuo corpo addormentato; ti sfrego, ti sfioro, ti scivolo contro con ogni parte del mio essere, danzo su di te con la violenza di un archetto sulla fragilità delle corde di un violino.
Ti svegli.
« Cosa fai...? » mi chiedi, con la voce storpiata dal sonno.
« Ti celebro » affermo, semplicemente.
Mi osservi correre col corpo lungo il tuo, come se mi avessi visto per la prima volta; guardami, guardami, mi stai guardando? Mi riconosci...? Sono sempre io...
« Smettila » ordini, esitante, ma no, non smetto. Non smetto, proprio ora che mi stai guardando...
« Smettila, ho detto » ribadisci, un po' più sicuro di prima, e con altrettanto ardimento ti ignoro e continuo a soffocarti con la mia pelle.
Mi spingi via, facendomi cadere, e facendo cadere a terra il tuo violino adorato; imprechi e ti lanci a soccorrerlo, e a verificare che non avesse subito danni. Io resto immobile sul pavimento.
« Alzati. Prenderai freddo » dici bruscamente, mettendoti in piedi e avvicinandoti alla custodia dello strumento per riporvelo dentro.
« Aspetta » ribatto, trascinandomi a te e aggrappandomi alle tue ginocchia.
« Ma che ti viene in testa?! Mi stai dando fastidio! » gridi, tentando di liberarti dalla mia stretta.
« Questo è il momento in cui il bel cigno muore... » mormoro, e con uno scatto delle braccia ti faccio perdere l'equilibrio; crolli rovinosamente come una torre riversando tutto il tuo peso sul violino, che si spacca in un tonfo gelido.
Ho vinto.
Ti odo urlare, disperarti; raccogli i frammenti del cadavere e li stringi a te, ancora una volta, l'ultima. Mi alzo, ti schiaffeggio brutalmente in viso e ti strappo dalle mani la tastiera acuminata del violino infranto.
« ...E muoiono anche i vampiri » esclamo, e ti conficco il paletto di legno in gola e poi dritto al cuore.
Ti contorci, orripilato, ai miei piedi; ed io, follemente, rido della tua miseria.
Fra le lacrime, che mi sgorgano dagli occhi senza farsi notare né da me né da lui, ti do le spalle e mi lancio nel vuoto senza fondo della finestra, spalancando le braccia come fossero candide ali.
 
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Boomslang93
CAT_IMG Posted on 22/8/2008, 19:06




ghei ma bello. Mi ricorda insistentemente una versione cupa e violenta di Oscar Wilde, e ho paura di aver sparato una cazzata ma non importa. E' un bel lavoro complimenti.
 
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Red Violin
CAT_IMG Posted on 1/9/2008, 15:22




Ghei fuck dah way (Y)
 
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2 replies since 20/6/2008, 01:34   47 views
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